La Quercia delle Checche

Quando qualcuno ci domanda cosa andare a vedere in Val d’Orcia, una tra le primissime mete che proponiamo è senza dubbio la Quercia delle Checche.

Un albero, sì, avete capito bene! Raggiungerla è semplice, basta percorrere la SP53 a velocità moderata e a ridosso della strada la riconoscerete facilmente data la sua grandezza. Nella parte più pianeggiante della Val d’Orcia, proprio vicino al fiume che scorre, si alza da terra verso il cielo questo “patriarca” della natura. L’imponenza della Quercia delle Checche lascia senza parole, ma non servono, perché è bello stare sotto le sue fronde, in silenzio, accarezzati dal vento e ammirare la sua maestosità.

Questo portento della natura deve il suo nome alle “cecche”, ossia alle gazze ladre che nidificano fra i suoi rami, ma è anche chiamata la “quercia delle streghe” , perché le leggende popolari vogliono che sotto la sua chioma si consumassero riti di stregoneria.

La Quercia delle Checche, è alta ben 22 metri, e la sua chioma si apre per 19 metri in orizzontale, mentre il tronco ha un diametro di più di 4,5 metri,. Quando si è lì di fronte è facile perdere il senso della misura. Per darvi un’idea più chiara la quercia è alta come un palazzo di cinque piani e servono le braccia stese di tre o quattro persone per abbracciare il suo tronco.

Guardandola e riflettendo sul fatto che è lì da più di 370 anni, si è pervasi da un sentimento di rispetto profondo. Era lì quando ancora quelle terre facevano parte del Granducato di Toscana, era lì quando in Francia scoppiava la rivoluzione che cambiò la storia, era lì quando fu fatta l’Italia, era lì, in contrasto col mondo esterno, quando nei campi intorno venivano combattute cruente battaglie e fu lì, proprio sotto le sue fronde, che i partigiani decisero di collocare il loro deposito di munizioni.
Proprio per questo è diventata un simbolo, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità della Val d’Orcia. Quando nel 2014 un episodio di vandalismo aveva fatto staccare un ramo, (che non ne ha pregiudicato la salute, né la bellezza) sorsero spontaneamente Comitati di tutela e ci fu una mobilitazione di tutta la comunità per preservare la Quercia delle Checche, che ne era divenuta un simbolo.

LA QUERCIA DELLE CHECCHE: UN BENE CULTURALE

La sua importanza è stata riconosciuta al livello nazionale, tanto che è stata dichiarata dallo Stato Italiano un “bene culturale”, con tutto ciò che ne consegue in termini di vincoli di tutela.
E’ addirittura il primo caso in Europa in cui un bene ambientale viene equiparato ai beni culturali di altro genere. Per intendersi i vincoli di tutela a cui è sottoposta la quercia delle checche sono disciplinati dal D.LGS 42/2004 in materia di beni culturali, al pari di un Caravaggio piuttosto che di una residenza storica o del duomo di una città.
Un consiglio che possiamo dare per rendere l’esperienza unica e romantica è quello di recarsi sul posto con un buon libro e con la pace che regna là intorno sostare, leggere, alzare di tanto in tanto lo sguardo verso quei rami così suggestivi e ascoltare la musica che solo le foglie cullate dal vento e il canto degli uccelli possono comporre.